Un gruppo di studenti della Università di Delft (Olanda), è riuscita a progettare e sviluppare un metodo con cui garantire che qualsiasi stampante 3D desktop di tipo FFF possa funzionare con un materiale tanto ambito ultimamente come lo è il silicone. Per fare ciò, prima di tutto notare che è necessario apportare una serie di modifiche all'architettura della nostra macchina al fine di ottenere successivamente, come è stato dimostrato alla Fiera della Scienza tenutasi presso la nota università, procedere ad utilizzare la tecnica battezzata da soli come 'Ulticast'.
Uno dei primi passi nell'utilizzo di questa tecnica è la necessità di creare un file stampo in plastica solubile o PVA. Questo stampo sarà ricarica di silicone simultaneamente durante tutto il processo di produzione. Una volta che il silicone si è indurito, l'oggetto viene immerso in acqua e la plastica viene diluita lasciando solo il pezzo di silicone. Per ottenere un prototipo di questa peculiare tecnologia, gli studenti hanno dovuto modificare essi stessi una stampante 3D Ultimaker, a cui hanno aggiunto un sistema di erogazione del silicone e il suo software di controllo.
Grazie a questo metodo chiunque può creare oggetti con silicone da una stampante 3D di tipo FFF.
Come ha commentato un portavoce di un gruppo di studenti, l'idea di questo progetto sta nella necessità di trovare un modo per farlo produrre elementi robotici morbidi, progettato principalmente per protesi di mano, dove avere dita artificiali con una certa elasticità consente loro di offrire prestazioni migliori all'utilizzatore, rispetto alle protesi rigide.
Come puoi vedere nel video che si trova appena sotto queste righe, la verità è che le possibilità offerte da questo progetto sono piuttosto ampie poiché, se andiamo oltre, all'interno della struttura in silicone si potrebbero creare anche parti rigide che funzionano come uno scheletro. Al momento, la prima applicazione che sono riusciti a creare è una sorta di guanto robotico che è stato specificamente progettato per aiutare le persone con artrite, paralisi locale, capacità di movimento limitate o nei processi di riabilitazione.